Dal quattro al venti novembre sul palco del Teatro
Nuovo di Napoli, in prima assoluta, Maria Paiato ha indossato le vesti di “Anna Cappelli”.
Lo
spettacolo, scritto anni fa da Annibale Ruccello, commediografo e regista di
Castellammare di Stabia, è stato riproposto dalla regia di Pierpaolo Sepe. Una
scenografia esigua ma impressionante, per offrire l’assist alla mimica,
all’espressione, all’intonazione della voce.
Anna Cappelli è una giovane donna. Una figurina
degli anni Cinquanta, in fuga da Orvieto per cercare lavoro. Si stabilisce a
Latina, ospite di una vecchia signora, perché impossibilitata a pagare un
intero affitto. Fin qui tutto normale, se non fosse che la ragazza è
ossessionata dalle cose e dalla volontà di possederle. Lontana dalla sua
stanza, sembra controllare a stento scatti d’ira ed improvvisi cambi di
personalità. Gira su se stessa, strepita
nervosa e storce il viso in preda a crisi di nervi. Desidera una casa tutta
sua, un ambiente esclusivo, lontano dagli occhi delle colleghe e della
coinquilina. Occhi, bocche, voci. Tutto trama alle spalle delle fragile Anna,
che pur di cambiare vita, va a vivere con un ragioniere scapolo e benestante,
proprietario di una casa di dodici stanze, condivisa con un’anziana cameriera.
La giovane lo irretisce per poi sopraffarlo completamente. L’obiettivo è la
conquista degli spazi, degli oggetti, dei mobili. Non c’è spazio per l’amore in
questa corsa smodata. La smania d’avere per essere sfocia in un’irrefrenabile
possessione, alleviata solo dall’esclusività, dalla dominanza dell’io e del
mio. Un male potente, che affligge i nervi e prostra la mente, sfociando in un’inevitabile
tragedia.
Lo sguardo segue la Paiato: piccola, evanescente,
mentre presta il suo corpo a un’immagine fuori da sé. Ogni muscolo, ogni
lineamento è la rappresentazione del disagio umano. Il teatro si fa vita e la
via si fa teatro. Una relazione atavica, antica come l’uomo, che lascia spazio
alla condivisione e alla riflessione di gruppo. Il pubblico è attonito,
commosso. Esiste solo Anna, Anna Cappelli.
La Paiato si perde in lei e la lascia dominare, fino
alla fine.
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