Ciascuno di noi butta giù, ogni giorno, un gran
numero di parole. Che sia per lavoro, per svago o per far colpo sul datore di
lavoro, è importante essere consapevoli dei propri mezzi espressivi.
In poche
parole, anche se non siamo scrittori, possiamo imparare a modulare la voce,
attraverso uno scritto. E c’è solo da
guadagnarci, sia nel privato che nel pubblico, con la consapevolezza che non
esistono regole assolute, ma solo criteri validi.
“È più facile scrivere bene che scrivere male” di
Massimo Birattari, da anni nell’editoria, (Ponte alle Grazie editore) è una
guida semplice per affinare i testi, guardarli con occhio critico, fino alla
consapevolezza stilistica. L’autore parte dall’assunto che ogni lettore si
aspetta di leggere testi fluenti e comprensibili. Gli otto capitoli del libro
segnano il percorso da seguire: semplicità, chiarezza, precisione, leggerezza,
ironia, eleganza, espressività, consapevolezza. Ogni sezione, poi, oltre alla
teoria, riporta esempi tratti dalla scrittura d’autore, suggerimenti pratici,
consigli ed esercizi.
Birattari titilla la mente e incita la ricerca della
propria voce, che è forse il risultato più difficile da ottenere. Ognuno ha uno
stile, che una volta trovato, può rimanere sui testi come un’impronta. Bisogna
tirarlo fuori, esercitarlo e lasciarlo esprimere attraverso le parole.
Al di là delle segnalazioni e degli appunti nel
testo, il consiglio universale dell’autore è leggere. “Il modo più sicuro di accrescere il
nostro vocabolario è naturalmente leggere: leggere in maniera vorace e
indiscriminata, come fanno i bambini, per vedere le parole nel loro contesto e
imparare a usarle prima ancora di sapere con esattezza il loro significato; e
leggere in maniera consapevole, cioè controllando sul dizionario il significato
e gli usi delle parole che non conosciamo”.
Un aiuto potrebbe arrivare, senz’altro, dalla
poesia: i poeti sono padroni e
giocolieri della lingua. Leggere poesia è, perciò, un ottimo inizio.
(Articolo di Marina Bisogno pubblicato su Caffè news)
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