sabato 23 aprile 2011

L'atavica battaglia dei rifiuti (Mio articolo pubblicato su Malitalia)

Il 14 Aprile a Piazza Matteotti a Napoli l’Associazione Mamme Vulcaniche di Boscoreale, Mamme in lotta di Terzigno, Donne in Nero Napoli, il Comitato Donne 29 Agosto Acerra e le Donne del Co.re.ri (Coordinamento Regionale Rifiuti), si sono dati appuntamento con l’obiettivo di istituire un presidio mensile per tenere desta l’attenzione sul dramma dei rifiuti in Campania. Elena Vellusi, referente regionale del suddetto Comitato, si batte per la salvaguardia del territorio ed è stata annoverata da “L’Unità” tra i nuovi mille, ovvero tra quei cittadini che si distinguono per il particolare impegno civile.
“La lotta per una gestione oculata e responsabile del ciclo dei rifiuti ha visto protagoniste soprattutto noi donne. L’ azione sinergica ad Acerra, a Pianura, a Giugliano, a Chiaiano, a Serre, a Terzigno, a Boscoreale, a Boscotrecase e a Napoli, ha un unico obiettivo: far emergere i danni che lo smaltimento irresponsabile dei rifiuti comporta alla salute e all’ambiente. Questo presidio è un invito ad invertire la rotta, ad abbracciare politiche di riciclo e recupero della materia piuttosto che di smaltimento, fondato sulle discariche e l’ incenerimento dei rifiuti.Urge creare dei percorsi alternativi,  filiere certificate per il raggiungimento della percentuale di raccolta differenziata prevista per legge, nonché l’istituzione di un registro tumori regionale, con criteri scientifici, tecnici e di trasparenza, e la mappatura dei siti legali ed illegali su cui sono state aperte discariche, così da rendere chiaro lo sconvolgimento di un intero territorio regionale” ci spiega con fierezza.
 L’Europa ha ammonito più volte la Campania per la violazione della la direttiva 2008/98/CE, che, mira proprio alla riduzione dei rifiuti, potenziando la raccolta differenziata, il riciclo ed il riutilizzo. L’amministrazione locale, nel tentativo di arrestare la procedura d’infrazione  2007/2195, ha presentato alla Commissione europea il Piano regionale di gestione dei rifiuti, ed il CO.RE.RI, dal canto suo, ha provveduto a redigere le sue osservazioni in merito. Proprio in questi giorni è giunta la risposta da Bruxelles, resa nota in occasione della conferenza stampa del 15 Aprile presso la Bottega Mani tese a Piazza Cavour a Napoli.  I documenti, ormai pubblici, insistono sull’assurdità del sistema discariche: le popolazioni circostanti gli immondezzai di Chiaiano e Terzigno, denunciano, ormai da tempo, la diffusione di odori  nauseanti e la  produzione di percolato che, complice anche l’inidoneità geologica dei siti scelti e la non corretta impermeabilizzazione degli invasi (N.B:Il 22 marzo scorso sono stati  emessi dalla magistratura napoletana 10 avvisi di garanzia nei confronti di funzionari pubblici e dipendenti delle imprese che hanno realizzato e gestito la discarica di Chiaiano, dal momento che sarebbe stato utilizzato materiale di qualità scadente per impermeabilizzare il fondo dell’invaso, a rischio di infiltrazioni di percolato nel terreno sottostante e nella falda acquifera.)  quasi certamente si sta riversando nella sottostante falda acquifera. Le osservazioni del Comitato, che l’Europa si è impegnata a tener presente in sede di valutazione del Piano regionale, battono sull’assenza di una politica del riutilizzo, del riciclaggio e della riduzione dei rifiuti a monte. Un articolo pubblicato su “Idea ambiente” mensile di informazione ambientale, pone l’accento sulla necessità di fondare una corretta  gestione del ciclo dei rifiuti proprio sulla riduzione e sul riutilizzo degli stessi, mentre le discariche dovrebbero rappresentare l’ultima delle opzioni possibili. Quello che inquieta è che il decreto 90/2008, emanato per fronteggiare l’emergenza rifiuti dall’attuale governo in carica, all’art. 9 comma 2, consente il conferimento anche di rifiuti pericolosi quali le ceneri leggere e pesanti, le scorie da incenerimento e i fanghi contenenti sostanze pericolose.
Il principale timore, a questo punto, è la compromissione della salute dei cittadini. Un rapporto ad hoc, il Sebiorec, giaceva da tempo nei cassetti della Regione Campania. Il collega Emiliano Fittipaldi è riuscito ad averne una copia, illustrandolo in un articolo pubblicato sull’Espresso: il resoconto è la presenza di  diossina  ”tipo Seveso”, la più pericolosa tra le diossine, nel sangue dei campani,  associata al consumo di mozzarella e verdure.

http://www.malitalia.it/2011/04/l%e2%80%99atavica-battaglia-dei-rifiuti/

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