martedì 7 agosto 2012

L'amore nel bicchiere


Stavano camminando da ore, nonostante il freddo e un accenno di pioggia. Nascosti nei cappotti neri, passeggiavano mano nella mano. Ogni tanto Riccardo afferrava Licia per un braccio e le stampava un bacio sulle labbra, quasi avesse bisogno di un contatto costante. Il lungomare era zuppo d’acqua. Dal mare, ingrossato dal vento, si alzavano onde pazzesche. Qualche ora più tardi una signora improvvida, avvicinatasi al frangiflutti, ci avrebbe rimesso la vita. Il mare ruggiva. A loro piaceva quella mistura di salsedine e polvere. Odore di tempesta, di umori configgenti, di fuga. Infreddoliti, decisero di infilarsi nei vicoletti del centro storico: un dedalo di viuzze impossibile da mappare e da memorizzare. Là dentro, ogni volta, scoprivano un locale o un bar diverso e il fatto li divertiva un bel po’. 
Si erano conosciuti qualche mese prima. Avevano preso a frequentarsi ogni giorno per due settimane, finché lui non la baciò, mischiando in una mossa gli addendi di quella relazione anonima.
-Ti devo parlare assolutamente di un fatto-le disse in uno di quei pomeriggi trascorsi a cincischiare in macchina, in giro.
-Di che si tratta?-indagò lei.
Niente. Alla fine non doveva dirle proprio un bel niente, se non che gli piaceva quel viso, che gli piacevano quegli occhi che sentiva già di amare.  Ma come si fa a condividerle certe cose? Non aveva altra scelta che farsi coraggio e provarci. 
Ora stavano cercando un baretto, un posticino con le luci soffuse e un po’ di rock anni Settanta, quasi soffrissero di una dipendenza da una certa musica. Nel locale dove entrarono il bancone degli alcolici era la vera pubblicità del posto. Lo si notava non appena sull’ingresso.Era tipo american bar con un che di retrò. Là dietro una mora sui quaranta versava cognac e rhum cubano invecchiato. Porgeva i liquori neanche fosse un concentrato prezioso. Era chiaro che per lei dare da bere ai clienti, consigliarli, era un atto mistico, contemplativo. Iniziava ad un vezzo da intenditori e ne andava fiera.
Un rhum per Riccardo, uno Cherry per Licia. Stavano soli là dentro. La pioggia, il vento, quell’atmosfera burrascosa doveva aver scoraggiato non poco gli avventori abituali. Sedevano uno di fronte all’altra e ridevano, in continuazione. Cosa avessero da ridere lo sapevano solo loro, ma era evidente che condividevano un segreto.



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